Eco di leggende: quando l’Appennino reggiano smette di essere solo panorama
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Ci sono libri che nascono a tavolino e libri che nascono camminando.
“Eco di leggende: Voci dall’Appennino reggiano” appartiene alla seconda categoria.
Questo volume è il risultato di anni passati tra borghi, oratori isolati, sentieri nel bosco, chiacchiere con anziani che “si ricordano ancora una storia”, foto scattate all’alba e al tramonto, e un amore ostinato per l’Appennino reggiano che non è soltanto un luogo, ma un modo di sentire.
In queste pagine le nostre montagne smettono di essere “sfondo” per diventare personaggio: parlano, custodiscono, nascondono, proteggono e, a volte, spaventano.
Cosa racconta questo libro
“Eco di leggende: Voci dall’appennino reggiano” raccoglie alcune delle leggende più affascinanti del nostro territorio, tramandate per anni quasi soltanto a voce.
Sono storie di briganti e santi, di oratori persi tra i boschi, di tesori sepolti e apparizioni che ancora oggi qualcuno racconta sottovoce.
Ogni racconto è legato a un luogo reale: una chiesa, un crinale, un paese, un sentiero. La narrazione non si limita alla trama della leggenda, ma prova a restituire l’atmosfera che si respira davvero quando si passa da lì, magari in una sera d’autunno o in una mattina d’inverno con la nebbia bassa.
C’è il confine sottile tra sacro e profano, tipico delle nostre montagne, dove una cappella può essere insieme rifugio spirituale e punto di riferimento per chi torna tardi dal bosco, e dove la fede popolare spesso si intreccia con la paura, la superstizione, la speranza.
Segui la pagina ufficiale di ig_appenninoreggiano su instagram.
Tra memoria, documenti e voce della gente
I luoghi descritti non sono inventati: sono ricostruiti attraverso testimonianze, documenti e memoria popolare.
Dietro ogni leggenda c’è un pezzo di paese, un cognome che ritorna, una storia di famiglia che qualcuno si tramanda dalla cucina di casa alla tavola della domenica.
Il libro prova a fare quello che la memoria, da sola, non riesce più a garantire: mettere per iscritto un patrimonio fragile, che rischia di perdersi nel rumore di fondo della vita moderna, tra notifiche, corse quotidiane e distrazioni continue.
Raccogliere queste storie significa riconoscere che l’Appennino reggiano non è solo fatto di cime, cascate, boschi e viste panoramiche, ma anche di parole, paure, speranze e saggezza popolare. Significa dare dignità a ciò che – per troppo tempo – è rimasto “solo” racconto da stalla, veglia o bar del paese.
Immagini che accompagnano le parole
Ad accompagnare i testi ci sono illustrazioni in stile tradizionale, pensate per evocare l’atmosfera delle narrazioni.
Non sono semplici decorazioni: funzionano come finestre visive dentro il racconto, aiutano a immaginare un campanile immerso nella neve, un viottolo nel bosco, un cavaliere nella notte, un’ombra che appare sulla soglia.
Il risultato è un viaggio doppio: da una parte quello nelle storie, dall’altra quello dentro i paesaggi che molti di noi conoscono già per le escursioni, le domeniche fuori porta o le foto viste sui social. Qui però quei luoghi si caricano di un significato in più.
Un libro per chi ama queste montagne (e per chi vuole scoprirle)
Questo libro è pensato per chi si sente legato all’Appennino reggiano e vuole ritrovarlo anche sulla carta, ma anche per chi magari lo frequenta solo in gita e non ha mai sospettato quante storie si nascondano dietro un rudere, una croce di vetta o una piccola chiesa solitaria.
Può essere letto come una raccolta di racconti indipendenti, sfogliato a caso, ripreso la sera, regalato a chi è andato via e sente nostalgia di casa, tenuto sul comodino di una casa in montagna per far conoscere il territorio agli ospiti.
Soprattutto, è un invito a guardare i luoghi con occhi diversi: dopo aver letto certe pagine, difficilmente passerai davanti a un oratorio nel bosco o a un profilo di monte senza chiederti che storie ci siano lì dentro.
Dove acquistarlo
“Eco di leggende: Voci dall’appennino reggiano” è disponibile in formato cartaceo, 201 pagine, in lingua italiana.
Se ami l’Appennino reggiano, se ne segui le foto, i panorami e le stagioni, questo libro è un modo per sentirlo ancora più tuo: non solo con gli occhi, ma anche attraverso le voci che lo abitano da secoli.
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